Paolo Barbaro
Tiziano Scarpa
Dove la laguna di Venezia si perde tra velme e barene appaiono le Ultime Isole, abitate da un'umanità anfibia, che vuole resistere all'omologazione dello sviluppo urbano, ma finisce per non poter sfuggire alla storia.
È qui che Paolo Barbaro, giovane ingegnere, si confronta con una precarietà che pervade la materia e le relazioni umane. In un caleidoscopio di partenze e ritorni che si snodano nell'arco di tre racconti, Barbaro scava nelle viscere della Venezia del dopoguerra, affollata e caotica, narrando con uno stile unico un mondo sull'orlo della scomparsa. Un affresco che ci proietta inaspettatamente nella Venezia del futuro, che solo a partire dall'inscindibile legame tra l'acqua e le sue genti potrà fondare il proprio avvenire. Con questo testo, vincitore nel 1992 del Premio Comisso, riproponiamo così un autore di grande sensibilità letteraria, profondo conoscitore di Venezia, ingiustamente dimenticato dal mondo editoriale.
Accompagna il testo una prefazione di Tiziano Scarpa.
Paolo Barbaro (1922-2014) è stato uno scrittore e ingegnere veneziano.
Ha esordito con Giornale dei lavori nel 1966 imponendosi all’attenzione della critica italiana e internazionale.
Tra i suoi libri ricordiamo Diario a due (1987), Ultime isole (1992), La casa con le luci (1995), L'anno del mare felice (1995), L'impresa senza fine (1998), Con gli occhi bianchi e neri (1999), Il paese ritrovato, L'ingegnere, una vita (2011) e Cari fantasmi. Frammenti per un'autobiografia (Marsilio
2013).
Ha vinto i Premi Buzzati, Comisso, Flaiano, Pisa, Teramo, per tre volte il Premio Selezione Campiello e per due volte è stato finalista del Premio del Pen Club italiano.
Tiziano Scarpa è nato a Venezia nel 1963. Romanziere, poeta, drammaturgo, con il suo romanzo Stabat Mater ha vinto il Premio Strega 2009 e il Premio SuperMondello 2009.
Tra i suoi libri Occhi sulla graticola (Einaudi 1998 e 2005), Venezia è un pesce (Feltrinelli 2000, 2020), Le cose fondamentali (Einaudi 2010 e 2012), La vita, non il mondo (Laterza 2010), Il brevetto del geco (Einaudi 2016 e 2017), Il cipiglio del gufo (2018 e 2020), la raccolta di poesie Le nuvole e i soldi(2018), Una libellula di città (minimum fax 2018) e La penultima magia (Einaudi 2020).
Dall'inizio degli anni Novanta a oggi ha scritto una quindicina di testi per la scena e per la radio, tutti rappresentati, fra cui L'infinito (Einaudi 2011).
I suoi libri sono tradotti in numerose lingue.
Per la nuova edizione di Ultime isole di Paolo Barbaro pubblicata da wetlands ha scritto una prefazione.