È possibile catalogare le onde? Tiziano Scarpa l’ha fatto | Lampoon 12.12.20
Onde laminari dischi pluviali e gibigianne: Tiziano Scarpa racconta Venezia da un punto di vista inedito, nel Catalogo delle onde pubblicato da Wetlands, foto di Anna Zemella. Intervista all’autore

Intervista a Tiziano Scarpa, insieme ad Anna Zemella autore del Catalogo delle onde edito da Wetlands

Il Catalogo delle onde non è un libro di denuncia. Le onde non sono il pretesto per parlare dei problemi che affliggono Venezia come lo spopolamento, l’overtourism o le politiche abitative. «Esistono centinaia di libri di denuncia, tutti rigorosi e doverosi» – racconta Tiziano Scarpa, insieme ad Anna Zemella autore del Catalogo delle onde edito da Wetlands. «Io ho cercato di fare qualcosa di diverso, cioè di mettere insieme il godimento d’esperienza e il godimento di visione con la consapevolezza della situazione reale. Spesso, soprattutto in Italia, non c’è nessuna altra narrazione riguardo la bellezza. Ci riempiamo la bocca di questa parola, di questo concetto che è abusato, retorico, e anche pericoloso perché con questo incanto non vedi come stanno le cose. Questa bellezza di cui racconto è fatta anche di terrore, di spavento perché queste onde possono anche distruggere. Io mi batto in favore della bellezza». 

«Andiamo al cinema non solo per dire che bello, ma anche per provare paura oppure ridere. Dopo aver visto un film posso dire “Che bel film, mi ha fatto tanto piangere!”. Ho cercato in questo catalogo di illuminare tutti questi aspetti. Però non è tutto una fascinazione estetica ed esperienziale, perché questa stessa acqua non è solo produttrice di fascino ma anche di ciò che in prospettiva potrebbe distruggerlo questo fascino perché se sgretolerà la città allora non resterà più nulla di cui affascinarsi».

È ancora possibile raccontare qualcosa di originale su Venezia dopo che tutti ne hanno scritto e continuano a scriverne ogni giorno? Il Catalogo delle onde è un’operazione ibrida, un libro fotografico e poetico in cui scrittura e fotografia si contaminano. Riporta la visione incantata ma non per questo meno realistica, di due veneziani innamorati della loro città. «Di Venezia ho scritto e parlato tanto che a volte mi che mi chiedo ‘cosa c’è da dire ancora?’. Così la mia attenzione si rivolge a quegli aspetti che sembrano secondari e che non entrano nel dibattito politico ma che sono presupposti su cui è fondata l’esistenza: la presenza dell’acqua nel vivere a Venezia è uno di questi. L’architettura, l’arte, i problemi demografici e il turismo, non devono far dimenticare le condizioni fondamentali della vita che invece diamo per scontate. Mi sorprende come su Venezia e sulla vita ci siano ancora così tante cose che si possono raccontare» – racconta Tiziano Scarpa, scrittore, drammaturgo e poeta.

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