di Dario Moalli
In questo viaggio attraverso le case editrici indipendenti più interessanti d’Italia, la tappa numero ventitré è Venezia, dove abbiamo incontrato Wetlands Books. Questa casa, fondata nel 2022, con i suoi libri di narrativa e i saggi incentrati sulle tematiche più urgenti della città lagunare, racconta problemi dalla valenza universale. I bisogni di tutto il pianeta si ritrovano nelle pagine che parlano di San Marco e delle calli nebbiose.
Raccontateci Wetlands Books: come è nata?
Wetlands è un progetto presente sugli scaffali dal maggio del 2022, quando sono usciti i primi titoli, ma nasce molto prima. È infatti frutto dell’esperienza di ReActiVe, impresa sociale che prova a ragionare sulla città da una prospettiva diversa.
Il progetto editoriale ha concretizzato l’idea che attraverso una molteplicità di sguardi, in forma ibrida tra il letterario e il saggistico, si possa offrire una narrazione potente e sfaccettata di quelle che sono le tematiche più urgenti, per Venezia, ma anche per l’intero pianeta.
Qual è la sua linea editoriale?
Più che di una linea sola, parliamo di più linee editoriali che attraversano la saggistica storica, le narrazioni che mettono in collegamento Venezia e altri luoghi del mondo o dello spirito, o ancora i temi delle environmental humanities. Una novità assoluta è il progetto, Afterwords, dedicato alle narrazioni più innovative dal mondo Africano e afrodiscendente, costruito anche attraverso una serie di residenze creative.
In un contesto come quello italiano dove molte persone non leggono più libri, come sopravvivono gli editori indipendenti?
Wetlands è un’impresa sociale non profit. Per cui, l’idea di mantenere il progetto in linea di galleggiamento è proprio la condizione per lavorare che ci siamo prefissi. Per il momento non possiamo lamentarci, perché i nostri libri sono stati accolti con grande attenzione – e anche affetto – segno che quello che ci muove è qualcosa che anche la comunità di lettrici e lettori, oltre che di cittadini, sente come urgente. Quello che ci vuole è, come spesso accade, un sano equilibrio tra visione e buon senso.
Qual è il libro o l’autore che più vi rappresenta, o al quale siete più legati, e perché?
Difficile scegliere un nome, tenendo conto che abbiamo avuto la fiducia, quando ancora non eravamo nati, di uno scrittore tradotto in mezzo mondo come l’olandese Frank Westerman, che per noi ha scritto Dittico idraulico, così come di molte altre persone di valore. Come si può immaginare siamo legatissimi a tutti i nostri libri e alle loro storie e in un certo senso ognuno di loro è davvero unico.
Dovendo proprio scegliere…Venezia africana. Una guida a più voci che, attraverso dieci itinerari, racconta la presenza africana nella città, dal Medioevo a oggi. Pubblicata anche in inglese, è un libro davvero straordinario; una sorta di “ponte” verso il progetto Afterwords di cui parlavamo prima.
… e invece un editore indipendente di cui vi piace particolarmente il lavoro?
Anche qui, i nomi che meritano la citazione sono ben più di uno: per noi l’idea di essere all’interno di un sistema in cui editori e librerie indipendenti mostrano ogni giorno un dinamismo e un’ispirazione in grado di interrogare il presente è uno stimolo fondamentale. In questo senso Nottetempo, SUR, Add, NERO e Timeo sono un felice riferimento.
Qualche anticipazione sui libri in uscita nei prossimi mesi?
Il primo titolo del progetto Afterwords è La forma della luce del nigeriano Emmanuel Iduma, un libro originale, che riflette su Lagos e Venezia anche attraverso il mezzo fotografico. Ma è in arrivo anche Peregrinazioni lagunari, un lavoro in cui la ricercatrice Petra Codato è andata a ripercorrere i luoghi di una amatissima canzone popolare veneziana, per rileggere l’ecosistema lagunare oggi.