Il destino delle città nell'Antropocene | Esquire 30.05.23
L’overtourism, la crisi dell’abitare e l’emergenza climatica stanno cambiando il senso e il valore dei posti in cui viviamo. Una nuova letteratura prova a raccontare questo fenomeno globale.

“Sulla fascia costiera di Porquerolles le falesie si ritirano di qualche centimetro all’anno; per ogni nuova barca di escursionisti che attracca al molo, per ogni nave di vacanzieri che compare al porto ci sono dei pezzi di terra che scompaiono. Aspirazioni umane, strategie di marketing turistico, organizzazioni sociali, processi climatici e attività geofisiche, il tutto intrecciato in una rete di incontri dinamici tra emissioni di anidride carbonica, caldo, viaggiatori, vacanze programmate, navi, terreni e petroli, acque e sabbie, con il risultato che la sua terra scompare”. Lo scrive il sociologo danese Nikolaj Schultz in Mal di Terra, saggio narrativo su un uomo che fugge dal caldo soffocante di Parigi e ritrova gli stessi problemi nell’isola su cui si è rifugiato, perché “l’Antropocene non è un posto molto adatto per dormire”. È soltanto uno dei molti libri pubblicati di recente a raccontare i luoghi del mondo da un punto di vista diverso, meno elegiaco-descrittivo e più preoccupato, lontano comunque dai canoni della letteratura di viaggio: in libreria, accanto alle parigi segrete e alle praghe magiche – e a tutti quei libri sul camminare – ecco luoghi anche banali improvvisamente degni di attenzione, posti da cartolina trasfigurati o sconvolti da una ferita, quella dell’emergenza climatica sopra tutte, città celebri inquadrate da un punto di vista diverso, più vita quotidiana che sofisticata promozione turistica, saggi di urbanistica che raccontano il passato e immaginano il futuro della città come forma di vita collettiva, intere case editrici dedicate al tema.

Come Wetlands, giovane progetto editoriale di Venezia che dai primi libri sulla laguna ha cominciato ad ampliare il catalogo proprio con Mal di Terra: “Abitare e lavorare a Venezia è per molti versi un privilegio”, dice Enrico Bettinello, co-fondatore ed editore, “soprattutto perché consente di vivere e osservare in prima persona alcune delle problematiche più urgenti del nostro tempo, dall’overtourism ai cambiamenti climatici, a come si convive con un ambiente che muta in continuazione”. Venezia in effetti è un modello di osservazione esemplare di questo fenomeno all’incrocio tra flussi turistici al parossismo ed estremi climatici che stanno cambiando la fisionomia dei luoghi, un consumo che fuor di metafora diventa proprio erosione.